Luoghi dimenticati: Lucardo e il suo Marzolino
Le prime notizie del
castello di Lucardo si hanno a partire dall'VIII secolo. Secondo
Emanuele Repetti il suo nome deriverebbe da locus arduus ma secondo
altre fonti sarebbe una derivazione del tedesco Leocard o Liucard.
Molte pergamene antiche parlano di Lucardo. Il paese è celebre
anche per la quantità di testacei fossili marini rinchiusi nel
terreno tufaceo e marnoso, e per essere stato il primoa fornire
rapporto su questo argomento al Boccaccio nelle opere del “Filocolo”,
“De Fluminibus” ecc.
L'abitato è diviso in
due parti; il castello o Lucardo alto e il borgo o Lucardo basso.
Lucardo presenta ancora l'unica porta di accesso al borgo; si tratta
di una porta ad arco a tutto sesto, sopra il cui architrave è murato
lo stemma della famiglia Lucardesi, che in epoca medicea ebbero una
sorta di signoria feudale sul castello. La struttura del borgo
presenta ancora i tratti del castello fortificato, racchiuso entro le
mura perimetrali che inglobano le abitazioni odierne. Al suo interno
è situata la Chiesa di San Martino e San Giusto risalente al 1093.
Come nel passato le
tradizioni agricole sono ancora ben radicate nella popolazione. A
Lucardo viene ancora prodotto il tradizionale formaggio “marzolino
di Lucardo”, mentre la coltivazione della vite e dell'olivo
costituisce ancora oggi la principale risorsa economica per gli
abitanti della zona con la produzione di buoni vini.
Marzolino di Lucardo
Il Marzolino di Lucardo o
Pecorino di Lucardo trae il proprio nome dalla zona in cui
originariamente veniva prodotto. È un formaggio di latte di pecora,
la cui lunga ed elaborata lavorazione, condotta principalmente da
donne, è attestata da prima del XVII secolo e caduta in disuso nei
secoli avvenire tanto che fino a qualche anno fa non esisteva
produzione. Si tratta di un pecorino estremamente raffinato, la cui
maggiore particolarità risiede nell'utilizzazione nella propria
manifattura di fiori di cardo essiccato (detto presura) come caglio
vegetale.
È un formaggio di latte
ovino dal peso di circa 1 Kg e di colore bianco latte nel formaggio
fresco, giallo paglierino nel formaggio stagionato a 6 mesi. Tale
formaggio ha una forma ovale/tronco conica (storicamente si parlava
anche di forma tonda) e la messa in forma viene effettuata
utilizzando un panno in lino appeso. Il prodotto fresco presenta una
pasta tenera e burrosa leggermente occhiata con un leggero sentore di
erbe nel retrogusto. Nel prodotto stagionato a 6 mesi è presente
un'occhiatura non abbondante e la pasta è compatta ma non secca nè
dura dal profumo di fieno e paglia, erbe mediterrranee e con lunga
persistenza gustativa con leggere componenti amare.
La qualità e la bontà
del Marzolino di Lucardo erano famose ben oltre i confini del
Granducato di Toscana ed apprezzate dai grandi Papi e personaggi
importanti. Infatti, per la sua grande qualità tanto apprezzata, il
prezzo di questo formaggio, alla fine de XVIII secolo, superò quasi
del doppio quello di altri stimati formaggi.
La sua manifattura era
operata esclusivamente dalle donne che la consideravano come in conto
di dote per facilitare l'accasamento. Inoltre, la produzione di
questo pecorino era molto affermata nell'area fra Castelfiorentino e
Lucardo durante il XVIII secolo perché era legato ad una dimensione
dell'allevamento ovino fatta da piccoli greggi, i cui prodotti erano
principalmente lana e formaggio, diffusi nel territorio e che molto
raramente superavano le dimensioni di 100 capi.
"Questo borgo trasuda di poesia e di storia, ma non ha mai avuto il giusto riconoscimento dalla comunità locale, mentre e' apprezzato dagli storici e dai pochi residenti che hanno lottato anche per il restauro dell'arco antichissimo che stava franando avvinto dalle radici di un'edera secolare. Pensate, addirittura sulla cima dell'arco era cresciuto un cipresso......Con La Sovraintendenza delle belle arti, il comune e tanto amore abbiamo contribuito economicamente alla sua sopravvivenza... Lucardo è poesia pura e estasi per il panorama sconvolgente che si offre da lassù e se si chiudono gli occhi si puo' sentire la voce del vento e degli uccelli come mai non si sentono altrove. Il pozzo e' del 1200 e c'e' anche il forno a legna originale che e' stato restaurato cosi' come il selciato a di cotto vecchissimo. Se entri a Lucardo ti catapulti in un passato dove lo ha visto come fortezza di guerra, poi come residenza signorile e infine come borgo rurale, ma sotto la sua pelle la storia urla giustizia."
Rosalba Mangone
Commenti
Posta un commento