UNA “FIRENZE” IN PENOMBRA di Sabrina Pierozzi


Finalmente è arrivato il giorno della tanto attesa visita guidata del “ CORRIDOIO VASARIANO”, che definirei una vera e propria passerella che attraversa la storia oltre che un percorso sopraelevato che collega nella meravigliosa Firenze , Palazzo Vecchio con palazzo pitti passando per gli Uffizzi e sopra il Ponte Vecchio!
A proposito di PONTE VECCHIO siete mai venuti a vederlo nel periodo Natalizio? Fossi in voi ci farei un pensierino.
Camminando durante la visita, mentre fotografavo quelle finestrelle silenziosamente affacciate sulle vie e sui monumenti della città, mi sono ritrovata a pensare alle meraviglie che Firenze offre non solo a chi la visita ma anche a chi vi abita...ma è veramente tutto?
No!

Tutti quanti (o quasi)  conosciamo il maestoso Duomo, l'imponente Campanile di Giotto e l'elegante Via dei Calzaiuoli, ma ci sono luoghi che possono rivelare bellezza anche se meno conosciuti o semplicemente meno frequentati.
Ho deciso quindi di visitarne alcuni e portarvi con me.
Conclusa la visita del Corridoio Vasariano mi incammino verso Via Bolognese dove arrivo al GIARDINO DELL'ORTICOLTURA, un bel giardino all'interno del quale, appena entrati si intravede una struttura alquanto maestosa, una serra in ferro e vetro ( la più grande d'Italia) , il TEPIDARIO DEL ROSTER , dal nome dell'architetto che la progettò nel 1880.



Di qui, proseguendo su via Trento, noto sulla sinistra un cancello al di la del quale si trova un suggestivo belvedere, sono gli ORTI DEL PARNASO, la terrazza panoramica dei Giardini dell'Orticoltura, dimora del MOSTRUOSO SERPENTE!



Dopo una breve pausa continuo il mio percorso giungendo al MUSEO STIBBERT, contornato da un meraviglioso parco all'inglese tutto da esplorare, il museo nasce dalle collezioni di Frederick Stibbert ed è esposto nell'ingrandita Villa Montughi (1800).
La sezione più impressionante delle collezioni è sicuramente quella delle armature, unica per ricchezza, internazionalità e scenograficità dell'esposizione.



Finito al museo, vista la bella giornata mi godo una lunga passeggiata,(e sfacchinata in salita)fino a VILLA BARDINI, in Costa san Giorgio 2, dalla quale si godono delle strepitose viste panoramiche di Firenze e un bel giardino da esplorare.



Non ancora stanca del tutto decido di togliermi un ultimo sfizio, anzi due... mi dirigo verso Palazzo Vecchio, frequentatissimo penserete voi, certo... ma avete mai notato di fianco all'entrata, sulla destra, un volto scolpito sulla pietra?


Pare si tratti dell' "IMPORTUNO DI MICHELANGELO", ovvero di un uomo che solea importunare Michelangelo Buonarroti con domande e richieste di ogni genere e che tanto stanco di tali assilli, l'artista, mentre fingeva di ascoltare l'interlocutore ne abbia inciso il profilo sulla pietra con le mani dietro la schiena. 
O almeno questa è una versione, spuilciando su internet potete trovarne altre.
L'ultima curiosità che voglio soddisfare è sempre inerente ad un volto, ma stavolta di donna (o almeno pare), "LA BERTA", la misteriosa testa che si vede tra le pietre della torre campanaria della chiesa di Santa Maria Maggiore da via de' Cerretani.
L' avevate notata?


Anche intorno ad essa ruotano svariate leggende ad esempio:
Si narra che a metà del 1.300, mentre di lì passava in catene uno scienziato condotto a morte per stregoneria, un sacerdote si affacciò da quel punto della chiesa urlando alla popolazione di non dargli da bere poichè si sarebbe salvato se avesse ottenuto un po’ d’acqua.
Così, svelato il patto fatto con il diavolo, bruciò sul rogo, ma prima lanciò una maledizione contro il sacerdote: “E tu di lì il capo non caverai mai“, ed ancora oggi la testa del religioso, pietrificato, guarda la strada.
Dopo questo bel giro mi sento proprio stanca e decido di frae un'ultima sosta ristoratrice alla "CAFFETTERIA DELLE OBLATE" un piccolo caffè situato sopra la libreria delle Oblate, un luogo molto semplice ma che gode di una suggestiva vista sulla cupola del Brunelleschi.


Sperando di aver dato qualche spunto o stimolo vi saluto continuando a sorseggiare il mio caffè dinanzi alla bellezza.


Sabrina Pierozzi 


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